Mark Crisp è di Houston. La città soprannominata Space City da quando è diventata ,nell’ormai lontano 1958, sede della NASA, è anche la metropoli del petrolio e delle industrie aeronautiche.
Ma non sono i missili e nemmeno gli aerei, ne tantomeno i barili di oro nero i protagonisti della nostra storia, qui chi comanda il gioco è la bicicletta. Mark infatti da una decina d’anni ha messo su una azienda che produce telai in titanio per le bici.
La sua è una storia da romanzo. Il primo incontro con Castiglion Fiorentino risale al 1990 quando, giovane studente, partecipò ai corsi del Santa Chiara. Da allora l’Italia gli è rimasta nel cuore.
Una volta laureato architetto ha ripercorso l’Atlantico in senso inverso ed è tornato da noi “avevo due passioni nella mia vita” ci racconta “l’arte e la bicicletta, dopo aver gareggiato con buoni risultati in America avevo voglia di correre in un pase come l’Italia dove il ciclismo è uno sport che entusiasma tanta gente”.
Purtroppo un brutto incidente funesta la sua carriera così nel 1994 torna negli Sati Uniti e fa la scelta che cambierà la sua vita. Si trasferisce a Jackson nel Mississippi e inizia a lavorare nel laboratorio di uno scultore, qui impara a saldare e a lavorare i metalli. Ma l’amore per l’Italia è troppo forte così nel 1997 riattraversa di nuovo l’Oceano e prende casa a Castiglioni.
“Ho trovato lavoro in una ditta di Laterina che realizzava arredi in metallo per i negozi di firme importanti, seguivo i lavori di preparazione e montaggio un po’ in tutto il mondo, a quel tempo non avevo ancora la patente e così tutti i giorni andavo a Laterina in bicicletta. Partivo la mattina alle sei e tornavo la sera tardi. Circa 80 chilometri al giorno per 5 giorni la settimana, un ottimo allenamento” ci dice ridendo.
“Quand’è che hai deciso di cambiare”?
“Nel 2001 c’è stata la svolta, nel settembre di quell’anno mi trovavo a New York per lavoro, l’11 settembre ci fu l’attacco alle torri gemelle e tutti i voli vennero sospesi e rimasi bloccato in città. Fu allora che ebbi una sorta di ispirazione, salii su un autobus della Greyhound e andai in Oregon all’ United Bicycle Institute di Ashland e mi sono iscritto ad un corso per la preparazione dei telai in titanio. Poco dopo sono tornato in Italia e nel 2004 ho fondato la Crisp Titanium”.
Perché hai scelto il titanio?
“E’ stata una decisione maturata lentamente. Io fino al 2001 costruivo nel tempo libero telai di bicicletta in acciaio, era il mio hobby. All’inizio degli anni 2000 qualcosa è cambiato, nell’azienda dove lavoravo hanno iniziato a utilizzare metalli speciali ed io mi sono “innamorato” del Titanio. Poi, come ti ho detto, sono andato in Oregon e da li è partito tutto”.
“Come è stato all’inizio”?
“I soliti problemi che credo incontrino tutti quando vogliono avviare una impresa: burocrazia, costi iniziali, lungaggini. Al principio ho avuto una clientela locale poi un po’ per volta il giro si è allargato. In questo senso devo dire che internet è stato fondamentale per lo sviluppo dell’ azienda. Oggi ricevo ordinazioni da tutto il mondo, quello la” mi dice indicandomi un telaio quasi completato “finirà in Colombia, la bicicletta invece andrà in Finlandia. Ho ordinazioni dal Giappone, da Singapore, dall’Australia oltre ovviamente dall’Europa. Internet è indispensabile anche perché costruisco telai su misura per cui i miei clienti mi inviano in tempo reale le schede con le loro misure e su quelle io realizzo la struttura”.
“Come va il lavoro”?
“Non mi posso lamentare, visti gli ordinativi che vuole un mio telaio deve aspettare un paio d’anni. Dal gennaio ho deciso di realizzare solo bici da strada”.
Mi guardo in giro, il laboratorio di Mark non è in una zona industriale, dentro un capannone anonimo. Si trova a mezza collina: sulla destra Castiglion Fiorentino ed in lontananza la mole del castello di Montecchio, intorno gli olivi che degradano dolcemente verso la Val di Chio.
“Stai in un bel posto”
Sorride “nel 2003 mi sono sposato” mi dice accarezzando con lo sguardo la foto della moglie e delle sue due bambine appesa alla parete dell’officina “ed ho deciso di fare come quei vecchi artigiani che, come si dice da voi, stavano “uscio e bottega”. E devo dire che alla fine anche questa è stata una scelta azzeccata”
“Che intendi”?
“Nel mio lavoro contano l’abilità manuale, la precisione, le misure diventano geometrie. A proposito lo sai che significa Crisp in inglese”?
Lo guardo sorpreso “Sapevo che voleva dire patatine”
“Non solo, Crisp vuol dire anche preciso, freddo ed io nel mio lavoro devo essere freddo e preciso al 100%, realizzando telai su misura non posso permettermi errori. Però stare qui, in questo bellissimo posto ha significato qualcosa in più. Quando qualche mio cliente, in particolare quelli stranieri, vengono a trovarmi la prima cosa che guardano non sono i telai ma il panorama. Il primo impatto è quello, la Toscana nel mondo rappresenta un valore aggiunto per ogni prodotto, non solo per l’olio od il vino, ogni cosa assorbe quanto di buono e di grande questa terra ha prodotto. Quando giro per le fiere a Padova, a Londra in Germania qualche mio concorrente mi guarda invidioso perché vivo in Toscana. Li capisco, è tutta un’altra cosa lavorare qui rispetto alle aree industriali del nord piene di nebbia e umidità. Anch’ io quando mi sveglio al mattino mi dico spesso che sono stato fortunato a capitare qui”.
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